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domenica 22 aprile 2012

La preistoria dei termosifoni!

Li vedi e la prima cosa che pensi è che vorresti giocarci: sono colorati e hanno divertenti forme di animali... Poi li guardi meglio e capisci che sono termosifoni. Sì, quegli oggetti noiosi e grigi che nell'immaginario comune servono solo a scaldare le stanze. Che poi, effettivamente quando lo spegni, il termosifone, che funzione ha? Nessuna, a meno che non ci venga una brillante idea!
Una ditta di Cantù, The Glass Farm, li ha ripensati in chiave artistica, per trasformarli in particolari d'arredo che s'ispirano ai disegni tribali delle caverne preistoriche. Delle pitture rupestri, che impreziosiscono una parete bianca, che salvano spazio, visto che possono essere usati anche come portasalviette e che donano un aspetto unico e personalizzato alla casa che li ospita.
Nello spazio espositivo della Statale, ci raccontano che questi sono solo alcuni dei modelli a disposizione, ma il cliente interessato può proporre nuove idee, colori e formi. Così ognuno è libero di scegliere cosa vuole raccontare attraverso i termosifone...
E voi cosa preferite? La balena o l'elefante?
Stay tuned....
www.theglassfarm.it
info@theglassfarm.it 





L' albero della fotosintesi

L'ispirazione, da cui nascono le migliori invenzioni, deriva sempre dalla natura. A maggior ragione in questi anni in cui il risparmio energetico e l'ecosostenibilità sono diventati obbiettivi primari. Panasonic lo sa e per il Salone del Mobile 2012 ha chiesto a un grande designer di progettare un'istallazione che ricrei il ciclo naturale dell'energia. Akihisa Hirata ha progettato un albero della fotosintesi, fatto di pannelli solari e batterie di ultima generazioni, capaci di immagazzinare energia e restituirla all'ambiente.
Intorno ai rami dell'albero, s'intrecciano luci a led, che con giochi di luce e colore rappresentano gemme e fiori preziosi, simbolo di una tecnologia rinnovabile e sostenibile, a servizio dell'uomo e in armonia con la natura.
Per Panasonic questo progetto è già destinato a dare ottimi frutti: se la mission dell'azienda è quello di stupire i visitatori, di sensibilizzarli e di coinvolgerli, con noi ci sono riusciti perfettamente. L'installazione ha in sé tutta la poesia del cambiamento. Quello vero e possibile.
Vi consigliamo di andare a vedere fisicamente e magari di farci sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!

Un'esplosione di...Mini

Costruireste e smontereste la vostra auto, pezzo per pezzo, come fanno i bambini con i famosi mattoncini lego? Chissà forse in un futuro si potrà cambiare colore del volante ogni giorno. La personalizzazione di tutto quello che tocchiamo e usiamo è ormai un'esigenza fondamentale. Questo il concept dell'installazione Mini presente nel chiostro dell'Università Statale di Milano. Due artisti olandesi, Stefan Scholten e Carol Baijings, hanno letteralmente scorporato una Mini One, facendola esplodere tridimensionalmente. E' possibile così per chi guarda entrare nel processo produttivo dell'auto e immaginare cosa cambiare e come cambiarlo. Gli artisti hanno costruito, rigorosamente a mano, un prototipo a grandezza naturale con dettagli inusuali e flou, proiettati al futuro. Nulla è lasciato al caso, ogni singolo componente è stato studiato e sezionato. Un'opera d'arte a tutti gli effetti. Assolutamente da non perdere!
http://www.scholtenbaijings.com/